I FIGLI DELL'ARIA
Mezz'ora dopo quel miracoloso salvataggio, gli aeronauti, seduti dinanzi a una succulenta colazione, raccontavano le loro avventure che per poco non
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quel momento il sole, forata la nebbia, proiettò un fascio di luce nel vallone illuminandolo da un'estremità all'altra. Più che un vallone era un
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abissi, finché, cessata la furia del vento, era discesa sulle rive d'un nuovo lago, che non doveva essere più il Tengri-Nor. Era però uscita da quel
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abbagliati dalla magnificenza di quel monastero, si erano decisi a scendere da cavallo e a salire la gradinata, passando fra due ali di monaci che si
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Il cosacco che aveva la vista migliore di tutti, si era subito accorto che le loro disgrazie non erano ancora finite, malgrado avessero tentato quel
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riparare la disgraziata ala. - Ed il capitano? - chiesero. - Eccolo che ritorna - rispose il giovane. Infatti il comandante saliva in quel momento la
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qualche puntata. - Giù quel ferro! - urlò Rokoff, scuotendo le canne con maggior vigore. - Giù o ti strangolo come un cane. - Tu non mi fai paura - rispose
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. Due pontefici, l'uno più potente dell'altro, si dividono il potere religioso di quel misterioso paese, rinchiuso fra le più alte montagne e i più
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incalzava. - Tu hai fatto quello che hai potuto, mio bravo ragazzo - rispose il capitano. - La colpa è dei manciù. - O meglio di quel cane di tartaro
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scoperto un burrone che pareva meno aspro degli altri, fiancheggiato da qualche gruppetto di betulle nane, guidò i compagni attraverso quel passo che
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arrancava furiosamente. In quel momento si udì la voce del macchinista gridare: - Capitano! Quando vorrete! - Hai finito? - Sì, signore e lo "Sparviero
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fece alcuni passi innanzi, ma già anche quell'ombra era scomparsa nella nebbia. Curioso di chiarire quel mistero, fece un altro giro intorno al fuso
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e più metri, ne è sparso e questa è forse una delle cause principali per cui i buddisti credono che quel territorio sia sacro, vedendo in quei
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? - Ah! Signore! - esclamò Rokoff. - Io spero invece che ci farete assaggiare ancora di quel liquore. - Sì, ma senza narcotici - rispose il capitano
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che gli aeronauti avevano già attraversato nel Tibet e che dovevano seguire per qualche tempo. In quel luogo il paese appariva quasi deserto, non
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! era troppo grossa la pillola da mandar giù, anche indorata da un titolo principesco e rimbombante. - Torcerò il collo e farò scoppiare il ventre a quel
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di attirare l'attenzione di qualche abitante. In quel momento sul fiume non si trovava alcuna giunca, né alcuna barca da pesca. Anche sulle due rive
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capitano avesse avuto intenzione di entrare nella provincia indiana d'Assam, invece che di scendere nel Bengala. Rokoff, che si era accorto di quel
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del male pareva che in quel momento fosse più forte di noi e chi sa dove ci avrebbe spinti se noi non ci fossimo lasciati cadere fra le onde del lago
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tutta la cittadella, scendeva in quel momento con una certa rapidità, sorretto solamente dai suoi piani inclinati che funzionavano da paracadute. Le ali
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nascosti fra fitti cespugli di noccioli selvatici. In quel momento s'inoltrava nel burroncello una strana processione, la quale si dirigeva precisamente
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ingannati, affinché la giustizia potesse avere il suo corso senza sorprese inaspettate. Per maggior precauzione, quantunque camuffati da cinesi, quel
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bruscamente, rovesciandosi su un fianco o sull'altro, con gran terrore di Rokoff e di Fedoro, che temevano di vederlo precipitare in quel baratro
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sovente dei contadini, i quali, come in altri luoghi, vedendo quel gigantesco uccello solcare l'atmosfera, fuggivano a rompicollo e si gettavano nei
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? - chiese Fedoro stupito da quel linguaggio incomprensibile. - La verità - rispose il cinese, mentre un'ombra passava sulla sua fronte. - Chi può minacciare
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interdetta, scomparivano fra le brume della sera. Il fragore però che si ripercoteva in tutti gli angoli della città mostruosa, quel fragore sordo e
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. - Ma cos'è quel cono immenso che si rizza laggiù tutto bianco e coi fianchi coperti di ghiacciai? - chiese Rokoff, additando un'immensa piramide che
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troppo contento di quel viaggio intrapreso involontariamente. Brontolava sordamente, arricciava il pelo e agitava nervosamente la lunga coda inanellata. Di
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I calmucchi in quel frattempo erano rimasti sempre in ginocchio, in una specie d'adorazione, colle mani sempre tese verso lo "Sparviero" che
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vengano qui per bere un po' di acquavite? Quel tartaro doveva essere qualche taverniere. - Tuttavia si dirigono verso questa casa e non potremo
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contro le traverse come se avesse voluto strappare al cancelliere quel cartello che annunciava la loro pena. Ed infatti aveva potuto leggere
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così straordinario, i cinesi si erano arrestati. - Vi accoppo tutti, canaglie! - urlò Rokoff. - Indietro! A quel fracasso però accorreva la guardia delle
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, signor Fedoro, come trovate quel pasticcio di San Francisco? - Non ne ho mai mangiato uno più gustoso, però mi si gelano i denti. - Bisognava